Ecco come lo stock di sicurezza può assorbire la volatilità della domanda
La volatilità della domanda è citata da Gartner, IDC e altre società di analisi come il principale ostacolo che i dirigenti aziendali vedono verso il raggiungimento dei loro obiettivi in ambito supply chain. Le aziende possono però superare tale ostacolo posizionando le giuste scorte lungo la catena di approvvigionamento allo scopo di assorbire la volatilità.
Le previsioni di vendita sono importanti. Ma generare forecast affidabili è difficile anche per le aziende meglio gestite. Spesso però si trascura un’alternativa relativamente semplice, e immediatamente attuabile: allocare le scorte (safety stock) in modo da far fronte all’incertezza previsionale.
Questo è possibile perché la pianificazione delle scorte e la previsione della domanda sono due facce della stessa medaglia. Le previsioni della domanda cercano di prevedere la domanda futura. Lo stock di sicurezza compensa l’inaccuratezza delle previsioni e le fluttuazioni della domanda, coprendo la domanda fino a quando la catena di approvvigionamento non è in grado di far fronte alle necessità. In altre parole, lo stock di sicurezza è un ammortizzatore di domanda. Per essere precisi, lo stock di sicurezza di fatto offre protezione per due incertezze. In primo luogo, assorbe l’incertezza della domanda, le fluttuazioni. In secondo luogo, compensa l’inaccuratezza del forecast, cioè l’errore insito nelle previsioni sul futuro. Si tratta di componenti diverse, che una volta combinate generano l’incertezza alla quale è possibile far fronte con lo stock di sicurezza. E così, dal momento che una gestione efficace delle scorte riduce molti problemi legati alla volatilità e alle previsioni della domanda, la chiave per migliorare il livello di servizio al cliente sta nel miglioramento delle previsioni di vendita con la contemporanea ottimizzazione dell’allocazione delle scorte.
OTTENERE IL GIUSTO MIX DI SCORTE
Non tutte le scorte sono uguali.
Soprattutto ora che i mercati sono più dinamici, e le aspettative in quanto a livello di servizio sono alte, la facile scelta di rendere disponibile una maggiore quantità di prodotto raramente risolve il problema. In effetti, un semplice aumento delle scorte senza una prospettiva globale e una strategia di ottimizzazione crea quasi sempre una turbativa nella catena di approvvigionamento: troppe spedizioni urgenti e un magazzino a bassa performance. Tim Payne, direttore di ricerca per Gartner Research, afferma: “La soddisfazione del cliente si può avere con costi eccessivi e magazzini sovradimensionati, ma la soddisfazione del cliente con attenzione al proprio profitto rende necessario comprendere le fonti di volatilità in modo da mettere in atto una pianificazione appropriata”.
L’approccio più efficace prevede l’allocazione ottimale delle scorte lungo la supply chain tramite una procedura di ottimizzazione delle scorte. In questo modo si calcola un mix di prodotti ottimizzato in considerazione degli obiettivi di livello di servizio. Così l’azienda è in grado di garantire il servizio desiderato pur mantenendo un mix di scorte altamente efficiente lungo la catena distributiva.
Le soluzioni per l’ottimizzazione delle scorte (note anche come Multi- Echelon Inventory Optimization o MEIO) si basano su modelli stocastici di domanda, in grado di analizzare e comprendere la natura statistica dell’incertezza della domanda e dell’errore previsionale. L’obiettivo è quello di allocare lo scorte lungo la rete distributiva in modo da rendere massimi gli obiettivi di servizio al cliente. L’ottimizzazione delle scorte tiene conto delle caratteristiche della domanda e della variabilità del rifornimento, mentre individua gli obiettivi di stock che garantiscono la soddisfazione del mercato.
Ci sono altri motivi per cui si raccomanda di ottimizzare le scorte. In primo luogo, un valore di “fill rate” più alto al dettaglio richiede un’allocazione delle scorte più proattiva, e aumenta i benefici dell’ottimizzazione delle scorte, in quanto le aziende forzano i loro processi con l’obiettivo di soddisfare le esigenze dei clienti.
In secondo luogo, in una supply chain che si fa più globale, l’aumento del lead time e dei costi di trasporto limita la capacità di rispondere rapidamente ai cambiamenti imprevisti della domanda; ad esempio, lead time maggiori dall’Asia aumentano la dimensione e l’importanza dello stock di sicurezza.
Infine, la maggiore disponibilità di dati dal punto vendita (POS) consente ai fornitori di acquisire un maggior numero di dati di vendita, aggiornati e dettagliati, e questi sono di supporto nell’ottimizzazione delle scorte e nella creazione di un processo di riapprovvigionamento automatico. Se correttamente integrati nel processo, dati più accurati e tempestivi possono generare un mix di scorte migliore in grado di garantire un livello di servizio più elevato.
Tra i benefici immediati conseguenti all’ottimizzazione delle scorte si riscontrano un aumento del livello di servizio e un incremento dell’indice di rotazione, oltre che ulteriori miglioramenti operativi. Il “demand sensing” perfetto, che permetta di rilevare in maniera affidabile la domanda in tempo reale, è sicuramente un obiettivo importante, ma la contemporanea corretta allocazione dello stock migliorerà ancora più rapidamente le performance aziendali.
A cura di Francesco Stolfo, Partner ToolsGroup
Articolo pubblicato sulla rivista Leadership & Management – Novembre/Dicembre 2015