Il titolo, volutamente ossimorico ai limiti della provocazione, fa pensare che stiamo parlando di due cose disgiunte. Difficile trovare un’azienda che anche solo lontanamente contempli l’aspetto spirituale della sua quotidianità. Anzi, la si tiene ben lontana da ogni considerazione pratica perché “il business è una cosa seria, fatta di impegno, di dati, di strategie, di risultati… non di sciocchezze e svolazzi vari!”. Be’, se si pensa che fino a solo poco tempo fa le cosiddette soft skill venivano trattate come ridicole americanate, di strada se n’è fatta.
Ma ce n’è ancora tanta davanti.
Ci portiamo dietro convinzioni profondamente distorte a proposito della spiritualità. La prima è che abbia a che fare con la religione, con qualche filosofia new age o con delle pratiche ascetiche, tanto per citare qualche esempio. In realtà, non esiste niente di più concreto della spiritualità e se solo ci rendessimo conto di quale e quanta influenza abbia sul livello materiale, nel quale operiamo, ne rimarremmo sconvolti.
La nostra storia, compresa quella economica, è plasmata da potenti forze spirituali ed è alla base di ogni innovazione… internet, tanto per dirne una. Pensiamoci: qual è lo scopo di questo strumento? Connettere fra loro le persone di tutto il mondo, no?, che è esattamente lo stesso scopo della spiritualità. Certo, parliamo di due diversi livelli, uno fisico e uno superiore, più etereo, ma la finalità è la stessa. Fino a pochissimi decenni fa, nelle aziende vigeva una leadership sostanzialmente padronale, mentre oggi si mira ad un maggiore coinvolgimento delle risorse umane. Una volta il rapporto – sia B2B che B2C – era basato unicamente sul freddo interscambio di interessi (prodotto/denaro), mentre oggi ci si sposta verso la creazione di condizioni che favoriscano un coinvolgimento sempre più emotivo, e soprattutto etico, fra le parti.
Potrei continuare all’infinito con gli esempi, ma il punto è che più andiamo avanti e più anche il rigido e freddo mondo del business sta facendo emergere una natura molto diversa, che solo in apparenza può apparire effimera: ciò che una volta veniva considerato un valore “intangibile” sta oggi diventando sostanza e la vera competizione verrà sempre più giocata a questo livello.
In realtà, non si tratta di prevedere l’inserimento della spiritualità nel business, ma di diventare consapevoli di esserne da sempre fortemente influenzati e diretti. Siamo come pesci che si trovano immersi da sempre nell’acqua e che, per questo motivo, non riescono a vederla. È necessario almeno cominciare a prendere in esame l’ipotesi che ogni nostra singola decisione e azione sono mosse da spinte interne finalizzate a mantenerci allineati con la realtà nella quale siamo immersi.
Mi occupo da dieci anni di Intelligenza Sistemica e ne promuovo l’impiego in azienda per imparare a comprendere meglio gli eventi dei nostri tempi e quindi rispondere ad essi in modo più efficace. Tale intelligenza parte dalla conoscenza, almeno basilare, del funzionamento delle dinamiche che determinano questi eventi al fine di assumere più agevolmente il controllo della propria attività tenendo conto delle interazioni col contesto in cui sta operando.
Tenendo presente che questa realtà si muove su quattro livelli “gerarchici” contemporaneamente (fisico/operativo, emotivo/relazionale, mentale/sistemico e spirituale) e che a tutt’oggi ci relazioniamo con essa quasi esclusivamente dal solo primo livello, con qualche incursione nel secondo, la conoscenza delle dinamiche dei sistemi funge da collegamento tra la realtà materiale e immanente in cui operiamo e quella spirituale. Sebbene l’Intelligenza Sistemica sia saldamente ancorata alla realtà operativa, attinge a sua volta alla conoscenza – o saggezza – che ci è stata tramandata nei millenni dai grandi leader spirituali del passato.
Non è possibile rimuovere la dimensione spirituale dalla rigida quotidianità del business e la totalità delle crisi e dei conflitti che si riscontrano nelle aziende e sui mercati sono la conseguenza dell’incapacità di riconoscere e fare i conti con questa dimensione. Fino a pochi anni fa, questo si manifestava con normali e prevedibili crisi cicliche che portavano all’alternanza di vacche grasse e magre. Oggi, e ancora di più andando avanti, le crisi si faranno sempre più frequenti e pesanti e quella del 2008-2009 non sarà che la prima di una lunga serie, tanto che si parla già di una crisi economica mondiale perfino più severa prevista per la primavera dell’anno prossimo.
Per capire meglio in che modo la spiritualità stia già influenzando l’esistenza e l’efficacia delle aziende, porto alla tua attenzione alcuni tratti fondamentali che fanno parte della realtà lavorativa quotidiana e che appartengono alla sfera spirituale, intangibile, del business.
Come si può vedere, la spiritualità non è un’area a sé di questa realtà, peraltro riservata ai soli “credenti”. In effetti, non occorre nemmeno essere credenti per operare a quel livello, proprio perché la spiritualità è una componente integrante del mondo con cui tutti ci dobbiamo confrontare. La sola differenza è che riguarda il suo aspetto più intangibile, dove non solo operano forze e dinamiche proprio come nel mondo fisico, ma dove si creano le condizioni che andranno ad influenzare la nostra dimensione materiale, determinando i risultati che vediamo.
Sempre di più sarà necessario per il leader diventare consapevole di questa dimensione perché, diversamente da prima, intervenire sulla sola dimensione operativa, che è quella dell’effetto, produrrà benefici che si riveleranno sempre più di corto respiro e perfino controproducenti nel medio-lungo termine.
Come si fa? Come per tutte le cose, un piccolo passo alla volta.
Se vuoi saperne di più su questo argomento o su altri temi che riguardano le dinamiche dei sistemi, puoi consultare i seguenti libri:
I 5 principi del successo aziendale – A. Carli, ed. Franco Angeli – 2003
E la borsa e la vita! – A. Carli, ed. Franco Angeli – 2008
La Quinta Disciplina – Peter M. Senge, ed. Sperling & Kupfer – 2006
La leadership centrata sui principi – Stephen R. Covey, ed. Franco Angeli – 2009
Leadership e visione creativa – Robert Dilts, ed. Guerini Next – 2016
o consultare il mio sito, ricco di risorse che vertono su questo tema: www.alessandrocarli.it.
Articolo a cura di Alessandro Carli
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