Il modello ERI ed Il biofeedback per la gestione dello stress in ambito lavorativo
Lo stress lavorativo può considerarsi la risposta psicofisica ad una quantità di compiti emotivi e cognitivi percepiti dalla persona come eccessivi nella quotidianità lavorativa, può influire sulle salute degli individui, Johannes Siegrist (nato il 6 agosto 1943 in Svizzera) è un sociologo medico svizzero e docente universitario, ha elaborato il modello ERI precisamente in inglese Effort-Reward-Imballance, un modello psicologico che si concentra sulle caratteristiche strutturali dell’interazione tra individuo e ambiente, le variabili che vengono prese in considerazione sono, lo sforzo profuso sul lavoro e le ricompense che ne derivano, in assenza di reciprocità tra le due variabili , si crea un processo disturbato di scambio sociale e possono di conseguenza insorgere emozioni negative che, se ricorrenti e prolungate, potrebbero compromettere la salute del lavoratore, se invece gli sforzi sono premiati da un numero sufficiente di ricompense, insorgono emozioni positive, che favoriscono il benessere individuale.
Lo stress da lavoro, dunque secondo Siegrist, è la conseguenza di un elevato sforzo in contrapposizione ad una ricompensa limitata.
Secondo questo modello ci sono tre livelli di compenso importanti: il denaro, la ricompensa socio-emotiva come la stima ed il controllo della posizione vale a dire l’opportunità di carriera, è importante sottolineare l’imbalance intendendo come squilibrio tra domanda percepita e capacità percepita.
Il modello ERI spiega che lo stress può avere effetti sulla salute quando c’è uno squilibrio fra lo sforzo profuso (effort) e la ricompensa (reward), un processo correlato.
Questo modello pone inoltre attenzione agli aspetti lavorativi, a fronte di un impegno, è importante che corrisponda una ricompensa percepita come adeguata dal lavoratore, di tipo economico, socio emotiva e di status intesa come reciprocità sociale, per il quale gli individui investono energia e risorse in attività da cui presumono di ottenere un risultato. Nel caso che un individuo sia stato sollecitato da un eccesso di compiti, per ridurre lo stress si può utilizzare la tecnica del Biofeedback, studi fatti ad Harward lo considerano come strumento di gestione dello stress sistemico.
È un sistema di monitoraggio dei seguenti parametri fisiologici, l’atto respiratorio, il battito cardiaco, la conduttanza cutanea e la temperatura corporea periferica. Il procedimento di monitoraggio consiste nel posizionare un sensore su un dito di una persona mostrando in tempo reale sul monitor di un computer collegato al sensore tramite bluetooth, come la fisiologia dell’individuo cambi.
Analizziamo i singoli parametri, la respirazione, un ciclo respiratorio controllato permette di avere maggior attenzione su noi stessi e su quello che facciamo, abbiamo un’ampiezza del respiro ed una frequenza di cicli respiratori al minuto. Una respirazione rapida e superficiale è correlata a un aumento dello stress, una respirazione rilassata aiuta ad aumentare la variabilità benefica della frequenza cardiaca in risposta allo stress.
Tra un battito e l’altro intercorre un tempo, queste variazioni tra battiti cardiaci sono una misura indicativa della salute in termini di funzionalità fisica, emotiva e mentale. Studi dimostrano che una maggiore variabilità della frequenza cardiaca è associata con un recupero migliore dopo sforzo e maggiore resilienza. Lo Stress, specialmente quando prolungato, diminuisce la variabilità della frequenza cardiaca. Seguendo una respirazione guidata e rilassata diminuiscono gli effetti dello stress.
Mani fredde non sono semplicemente dovute al clima invernale, ma sono una indicazione della risposta corporea allo stress, in risposta alle richieste esterne di un periodo impegnativo, il corpo infatti spinge il flusso sanguigno lontano dalle dita. La logica di questo è che il sangue è necessario nei sistemi più essenziali abbassando la temperatura delle dita. Quando finalmente il corpo inizia la risposta di rilassamento, permette al flusso sanguigno di ritornare alle parti periferiche con un riscaldamento delle dita. L’attivazione emotiva influisce sui pori alla superficie della pelle, che a loro volta influiscono su piccole variazioni di sudorazione. La misura della conduttanza della superficie cutanea è un segnale indicativo dell’impegno, momenti di stress si riflettono in un aumento della conduttanza cutanea, mentre accettazione e tranquillità mostrano una risposta inversa, si misura in microsiemens.
Il ciclo di feedback creato da questo processo consente alla persona di diventare consapevole dei comportamenti inconsci e delle reazioni automatiche in modo da gestire tramite l’apprendimento, questo importante processo, grazie ad un adeguato training di biofeedback la persona apprenderà metodi utili ad adeguare la propria attivazione dei parametri corporei indicati.
Conclusioni
In ambito lavorativo le persone possono trovarsi nella condizione in cui lo stress psicofisico derivante dal contesto supera le capacità di affrontarlo, questo può essere gestito con una buona organizzazione di prevenzione e di informazione del modello ERI e dell’utilizzo delle tecniche del biofeedback per la salute e la sicurezza degli ambienti di lavorativi.
Riferimenti
- Miglioramento delle performance sportive e lavorative (Paul and Garg, 2012).
- Gestione dello stress (Hallmanet al. 2011).
- Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT – Numero 16 2013.
- https://scholar.harvard.edu/
Articolo a cura di Massimo Dagnino
Lauree in Scienza della Comunicazione ed Advertising e in Psicologia delle Organizzazioni e dei Servizi. È stato consulente per le Assicurazioni Generali in ambito sviluppo della clientela con gestione del personale addetto al Sales Channel. Autore del libro “Semiotica nella comunicazione aziendale applicata al marketing” edito Aracne Editrice. Il libro si è aggiudicato al concorso letterario della città di Cattolica 2017 il premio “Menzione d’onore”. Ideatore del Model Marketing 6WM (registrato presso il Ministero dello Sviluppo Economico), percorso formativo aziendale.
Nel 2017 su invito del Rettore, ha svolto un corso presso l’Università Uni Nettuno di Roma, inerente alla Comunicazione e Marketing Aziendale, visibile sul canale 812 di SKY. Ha collaborato con l’Università Uni Nettuno di Roma, in ricerche interne sulle seguenti materie: semiotica e comunicazione pubblicitaria. E' stato membro della giuria del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica, patrocinata dal CNR. Collabora in ricerche con il laboratorio di Neuromarketing, diretto dal prof. Vincenzo Russo dell’Università IULM di Milano. Attualmente lavora per il Ministero degli Interni e nel 2021 ha pubblicato il libro dal titolo "Strategie e tecniche di comunicazione" edito da Aracne Editrice. Nel 2018 ha pubblicato il libro da titolo "La psicologa strategica per una professione ad alto rischio" edito da Aracne Editrice. E' Psicologo iscritto all'ordine degli psicologi della Liguria e Sociologo A.S.I.