Il potere delle parole

Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste
Raymond Carver

Se torno indietro nel tempo, al tempo delle parole che esprimevano la mia appartenenza a questo mondo e manifestavano la mia presenza. Al tempo delle parole che significavano famiglia, che significavano crescita, che manifestavano amore, che esprimevano un turbinio di sentimenti, che mostravano tutte le contraddizioni di una crescita che non si è mai fermata. Mai avrei pensato che le parole potessero essere una presenza costante e prepotente in questi anni. Parole liquide che si insinuano in tutti gli anfratti dell’anima, parole che sono polvere, che non si fermano, parole che sono pietre, che fanno male, parole che sono luce, che infondono speranza, parole che sono consuetudine, che sono famiglia.

Viviamo di parole, quante ne usiamo nella nostra quotidianità? Quante di esse lasciano un segno? Quante vengono catturate dalle menti distratte di chi ci sta accanto? Quante vorrebbero gridare per avere attenzione? Quante volano nel vento e si mischiano alle parole di chi vuole essere ascoltato, di chi chiede una mano, di chi è solo ma non vuole esserlo, di chi vorrebbe essere scaldato da un affetto, di chi è arrabbiato e chiede solo di potersi sfogare, di chi una parola potrebbe salvargli la vita?

Parole scritte che fanno riflettere, che scavano nel tuo io per dare un senso, per trovare la ragione delle cose, le risposte che non hai ancora trovato, che ti impongono di trovare le giuste tonalità perché vuoi essere preciso, perché vuoi lasciare un messaggio che ti definisca. Che sono testimonianza, sono ricordo di persone care che non ci sono più, di persone che ci sono ma vorresti non ci fossero, di persone che vorresti ci fossero ma non ci sono, di persone compagne di vita.

Le parole scritte ti fanno compagnia, devi coccolarle, devi trovare la giusta sfumatura, devi trovare il giusto colore e calore. Non ti rubano tempo, riempiono il tempo. ogni volta che scrivi cresci, ti trovi diverso, hai scoperto qualcosa di te che non conoscevi, sono introspezione, sono luce, sono pace, non puoi più farne a meno.

Le parole acuiscono e modificano i sentimenti. Ti commuovono per una lettura tra le righe del detto e non detto che chiede aiuto e nella timidezza dell’attimo solo tu puoi riconoscerlo. Sanno colorare la vita perché toccano il lato più sensibile dell’anima sprigionando immagini e sapori che ti avvolgono in un caldo abbraccio, che ti cullano con il loro ritmo. Sono il sorriso che nasce dal pensiero di chi le riceverà, dalle immagini di vita vissuta, dalla semplice gioia provata in quell’istante. Sono la commozione per una notizia tanto attesa, per una persona che ritorna, per la fragilità del momento, per il tuo vissuto.

Ci sono parole di rabbia che esprimono distanza, sdegno, dolore ma allo stesso tempo chiedono amore e perdono. Ci sono parole che non esprimono un sentimento ma uno stato d’animo, che chiedono attenzione, che generano risentimento, che creano fratture, che rompono precari equilibri, che creano la solitudine dell’anima e hanno il sapore delle occasioni perdute, di qualcosa di irrimediabile che si è compiuto.

Le parole che ti fanno riflettere per ciò che hai detto, per come lo hai detto, per l’effetto che hanno avuto. Parole che ti fanno crescere, che si innestano nelle trame del tuo io e producono germogli di crescita e di saggezza. Sono valori profondi che cambiano prospettive, modificano i comportamenti, ti guidano su percorsi della vita meno complessi, creano ponti tra persone e culture, danno un senso alle cose, accorciano le distanze.

Parole che hanno il potere di cambiare chi ti siede accanto, parole che creano prospettive diverse, parole che consolano, parole che dicono “non sei più solo”, parole che sono stampelle, parole che ti fanno rialzare, parole che danno il giusto senso della vita, parole che si insinuano nell’anima, nel cuore e nel corpo e ti fanno rinascere. Parole che come l’epigenetica cambia chi prenderà il nostro posto, cambiano le persone che incontriamo con il semplice battito d’ali di una farfalla che può creare uno tsunami.

Le parole trasportano, fanno sognare, creano mondi in cui costruire isole di felicità. Le parole con il loro potere evocativo ti proiettano al di là del tempo e dello spazio, ti riempiono di tenerezza, di gioia, di tristezza, di dolore, ti rendono vivo, ti fanno capire il potere delle emozioni.

Le parole sono fatte anche di gesti e di sguardi. Le parole sono soffi di vita trasmessi da chi ha parole mute. Le parole non sono solo vibrazioni, onde sonore, sono immagini, sono suggestioni, sono momenti, sono ciò che i sensi, il cuore e la mente percepisce e vengono trasformati, perché tu possa elaborarli, trasmetterli e tramandare la sensazione di momenti irripetibili.

Le parole parlano di noi, le parole vanno oltre il significato che vogliamo trasmettere, sono lo specchio della nostra anima. È l’uso che ne facciamo che ci connota. Le parole possono essere uguali ma è il significato che noi diamo che crea differenza. Le parole sono ricordi di un tempo passato, che creano emozioni di dolci momenti, di occasioni perdute, di attimi di vita il cui ricordo ci terrà compagnia, di un tempo che vorresti non fosse mai finito, che vorresti rimanesse immobile per godere a lungo di quegli istanti.

Parole da non dire, parole mute, parole che fanno male, parole che allontanano. Sono le parole che pesano come macigni, che distruggono quanto faticosamente è stato costruito, che mischiano le carte con la tempesta di un istante. Sono l’irrefrenabile impulso di farsi e fare del male.

Poi ci sono le parole più difficili, quelle il cui rimpianto ti lacera e la tristezza si insinuerà nei ricordi più dolorosi che non ti lasceranno mai, quelle non dette, le parole che mancano, che non arrivano. Quante volte si ripensa al passato con un senso di impotenza e frustrazione per non essere stati in grado di confortare, per non aver mostrato amicizia, per non aver rasserenato animi tormentati, per non esserci stati, per aver taciuto quando il silenzio diventava rumore?

Le parole sono le nostre compagne di vita, in tutte le possibili declinazioni, a volte le usiamo bene a volte ne abusiamo, l’importante è essere consapevoli del loro potere e apprezzarle per valorizzare la nostra stessa vita, per essere attori e non spettatori.

 

Articolo a cura di Antonio Bassi

 

Profilo Autore

Antonio Bassi, PMP®. Dopo aver dedicato 25 anni in aziende di natura bancaria, informatica, telecomunicazioni e della consulenza, approda in SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana), dove è docente di Project Management sia nella formazione di base che nella formazione continua. Responsabile del Master SUPSI in Project, Program e Portfolio Management. Presidente dell’Associazione di Project Management-Ticino (APM-Ticino).

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