Il Project Management – certificazioni e benefici

Nel panorama mondiale e internazionale, in relazione alla professione di Project Manager, esistono differenti certificazioni: alcune fanno riferimento a degli standard mentre altre si riferiscono a delle metodologie. In questo articolo voglio soffermarmi sulle certificazioni relative agli standard, prendendo in considerazione due tra i maggiori standard internazionali che a loro volta sono stati sviluppati dalle due più importanti associazioni di Project Management:

  • PMI – Project management Institute
  • IPMA – International Project Management Association

Gli standard sono:

  • PMBOK – Project Management Body Of Knowledge (PMI)
  • ICB – Individual Competence Baseline (IPMA)

È giusto, comunque, citare l’unica certificazione italiana che si basa sullo standard internazionale ISO 21500, “Guida alla gestione dei progetti”.

Prima di iniziare a descrivere le peculiarità di queste certificazioni voglio soffermarmi su due aspetti importanti:

  • benefici per l’organizzazione;
  • benefici per la persona.

Perché un’organizzazione dovrebbe dotarsi di Project Manager certificati? Quali potrebbero essere i benefici?

  • Maggior consistenza nelle attività progettuali. Grazie alla attività di formazione il Project Manager ha la possibilità di acquisire informazioni sulla modalità di gestione dei progetti, sulle metodologie, sugli strumenti e le tecniche. In tal modo, arricchisce le modalità di conduzione dei progetti, migliorando le performance complessive.
  • Maggior competenza/credibilità nel rapporto con i clienti. Sempre più spesso si osserva che nei capitolati di gara, sia nazionali che internazionali, viene richiesta la presenza di Project Manager certificati, quale garanzia per un lavoro che verrà svolto al meglio. Un tempo era richiesta una generica certificazione come Project Manager: ora, invece, assistiamo a una precisa e specifica richiesta, da cui deriva la necessità di comprendere quale certificazione potrebbe essere più opportuna per il mercato di riferimento in cui si agisce.
  • Innovazione del sistema premiante. Negli ultimi anni si è assistito all’aumento delle organizzazioni, di medie e grandi dimensioni, che valorizzano la professione di Project Manager con precisi percorsi di carriera e ruoli ben definiti. In queste organizzazioni un avanzamento di carriera può essere subordinato all’ottenimento di una certificazione.

Perché un professionista dovrebbe certificarsi? Quali potrebbero essere i benefici che potrebbe cogliere?

  • Status professionale riconosciuto a livello internazionale. La certificazione in Project Management dà ai professionisti la possibilità di essere riconosciuti come tali a livello internazionale ed allo stesso tempo si potrebbero cogliere nuove opportunità professionali.
  • Maggiori opportunità di carriera e crescita professionale. Si possono cogliere differenti opportunità. La certificazione – e il conseguente ingresso in una community di professionisti sia nazionale che internazionale – non può che consentire di sviluppare un capitale in termini di relazioni. Lo scambio che ne deriva in termini di esperienze, informazioni e conoscenze, garantisce la crescita e l’arricchimento professionale continuo. In organizzazioni sufficientemente mature, dal punto di vista del Project Management, si potrebbe avere l’opportunità di essere inseriti in adeguati percorsi di carriera.
  • Maggior influenza nella relazione con gli stakeholder. Attraverso le conoscenze, le competenze e il riconoscimento del ruolo si può ottenere una maggior fiducia da parte degli stakeholder in relazione a: successo del progetto, contrattazione con clienti e fornitori…

Prima di iniziare a valutare gli ipotetici benefici converrebbe fare una riflessione su quale possa essere la certificazione più opportuna.
Prima di tutto bisogna comprendere il mercato a cui ci si deve rivolgere: internazionale o nazionale?

  • Internazionale. Le certificazioni più opportune sono quella del PMI e dell’IPMA, ma bisogna stare attenti ai diversi campi di applicazione. La certificazione IPMA è maggiormente apprezzata nell’ambito nell’impiantistica. Non per altro la sede dell’IPMA, in Italia, è all’interno del contesto dell’ANIMP (Associazione Nazionale di Impiantistica Industriale). La certificazione del PMI, la più riconosciuta a livello mondiale, viene apprezzata in tutti i contesti produttivi.
  • Nazionale. In Italia, grazie alla legge 4 del 2013, è stata finalmente riconosciuta dalla Pubblica Amministrazione italiana la figura professionale del Project Manager. In tale contesto l’UNI (Ente di Unificazione Italiano) ha predisposto una norma, la UNI 11648 (“Attività professionali non regolamentate – Project manager – Definizione dei requisiti di conoscenza, abilità e competenza”), che è andata a disciplinare le modalità attraverso cui questa figura professionale possa essere riconosciuta. In tale contesto ACCREDIA, l’Ente Italiano di Accreditamento, a sua volta, ha certificato gli organismi nazionali che possono effettuare questo tipo di certificazioni. Fino ad oggi sono stati certificati 806 Project Manager.

Andiamo ora a descrivere le varie tipologie di certificazione che si potrebbero ottenere.

  • PMI. Nell’ambito del Project Management sono stati definiti due diversi certificati che differiscono in funzione della seniority nell’ambito della gestione dei progetti. In entrambi i casi la certificazione potrà essere ottenuta solo attraverso un esame con domande a scelta multipla.
    • CAPM (Certified Associate in Project Management). È una certificazione di primo livello, dove non sono richieste specifiche esperienze nell’ambito della gestione dei progetti. Pertanto la certificazione verterà solo sulle conoscenze acquisite attraverso lo studio del PMBOK e di testi che vadano ad integrare la conoscenza degli strumenti descritti.
    • PMP (Project Management Professional). È certamente la certificazione più prestigiosa, perché più conosciuta e diffusa, ma non certamente quella che valuta meglio le capacità del Project Manager. La prova d’esame, sempre attraverso domande a scelta multipla, vuole valutare oltre alle conoscenze anche le esperienze e relative capacità che fanno parte del ruolo.
  • IPMA. È l’unica associazione che prevede 4 diversi livelli di certificazione, contraddistinti dalle prime 4 lettere dell’alfabeto. Anche in questo caso dipendono dalla seniority ma anche dalla complessità dei progetti che vengono gestiti, partendo dal livello ‘D’ (primo livello) per arrivare fino al livello ‘A’. Negli esami vengono valutate le conoscenze teoriche, l’esperienza maturata sul campo e le attitudini personali.
    • Livello ‘D’: Membro del team di Project Management. L’esame di valutazione si compone esclusivamente di un esame scritto con domande a scelta multipla e domande aperte.
    • Livello ‘C’: Project Manager per progetti di moderata complessità. L’esame si compone di domande aperte, un report e un colloquio con due valutatori.
    • Livello ‘B’: Project Manager Senior responsabile di progetti complessi. Come nel livello precedente l’esame è composto da domande aperte, un report e un colloquio con due valutatori.
    • Livello ‘A’: Project Director Responsabile di progetti ad elevata complessità. L’esame è composto da un report e da un colloquio con due valutatori.
  • UNI 11648. Gli schemi di certificazione ad essi connessi fanno riferimento alla norma ISO 21500. In questo contesto, in funzione degli enti di certificazione, ci possono essere differenti modalità di certificazione in funzione del fatto che si sia già in possesso di una certificazione interna Qui prendiamo in considerazione esclusivamente la modalità standard. La prova di certificazione, unitamente alle prove relative ai livelli A e B della certificazione IPMA, è una delle migliori in quanto va a testare le conoscenze, le capacità e le abilità mediante un esame composto da domande a scelta multipla, domande aperte e da un colloquio in cui si discute di un progetto presentato dal candidato e su domande situazionali.

Indipendentemente dalla tipologia di certificazione, quelle qui descritte sono tutte valide in funzione del livello di applicazione.
Bisogna tenere però sempre ben presenti due principi:

  • Continuo apprendimento. La certificazione fornisce una fotografia attuale del professionista; lo stesso deve comprendere che un apprendimento continuo potrà garantirgli il costante apprezzamento da parte degli stakeholder. Non deve fermarsi.
  • Visione allargata. Solo una visione allargata sul mondo del Project Management potrà consentire al Project Manager di trovare soluzioni innovative e più efficaci. Per questo motivo la certificazione non deve essere un traguardo, ma un punto di partenza: si dovranno conoscere tutte le altre modalità di gestione progetti al fine di trovare la giusta via, la propria via al successo.

 

Articolo a cura di Antonio Bassi

Profilo Autore

Antonio Bassi, PMP®. Dopo aver dedicato 25 anni in aziende di natura bancaria, informatica, telecomunicazioni e della consulenza, approda in SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana), dove è docente di Project Management sia nella formazione di base che nella formazione continua. Responsabile del Master SUPSI in Project, Program e Portfolio Management. Presidente dell’Associazione di Project Management-Ticino (APM-Ticino).

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