L’analisi delle tendenze che stanno interessando ed interesseranno l’area degli acquisti riportata nel presente articolo offre significativi spunti di riflessione che investono l’intera gestione di un’azienda.
I cambiamenti nei modelli di business che stanno interessando le aziende, la crescita d’importanza di un’adeguata conoscenza dei mercati di fornitura sempre più dinamici, la necessità di valutare con crescente attenzione i fattori di rischio che interessano gli approvvigionamenti, le potenziali opportunità che investono una gestione dei rapporti con i fornitori strategici orientata non solo alla fornitura di beni o servizi ma anche alla condivisione di conoscenze e di metodologie gestionali orientate alla ricerca di soluzioni innovative e a favorire il processo di transizione sostenibile delle aziende, sono tutti aspetti che contribuiscono ad attivare un percorso di cambiamento che investe l’area degli acquisti.
Un percorso lungo il quale si incontrano, per la stessa area, nuovi obiettivi, nuovi strumenti operativi, nuovi fabbisogni di competenze professionali, nuove opportunità offerte dall’evoluzione delle soluzioni tecnologiche per gestire in modo efficace ed efficiente il carico di dati e di informazioni che interessano oggi gli acquisti.
Pandemia, conflitto russo-ucraino, cambiamenti climatici sono tutti aspetti che hanno impattato e stanno fortemente impattando sull’economia del nostro paese sottoponendola a grandi stress con una crisi degli approvvigionamenti (dall’energia, ai componenti industriali, ecc.) che ha investito negativamente le catene di fornitura.
Nel panorama delle aziende italiane proprio gli eventi degli ultimi anni hanno generato un elevato livello di consapevolezza in merito al fatto che la continuità e la stabilità degli approvvigionamenti costituiscono un asset fondamentale per poter continuare a competere nei mercati di riferimento.
Questa consapevolezza deve essere sostenuta da un’evoluzione delle professionalità che operano nel mondo degli acquisti per supportare l’indicato percorso di trasformazione che l’area degli acquisti sta affrontando.
Diverse ricerche evidenziano oggi e in prospettiva nel prossimo futuro quali rischi investono e verranno ad investire l’area del procurement. Ciò nella consapevolezza che in una realtà come quella attuale dove uno degli aspetti più prevedibili è l’imprevedibilità degli eventi, chi ha migliori modalità di gestione dei rischi potrà raggiungere migliori performance.
Quali sono i principali rischi individuati?
A fronte di questi rischi emerge l’importanza di applicare adeguatamente gli approcci metodologici legati al Risk Management; ciò implica analizzare e valutare i diversi rischi, considerando il grado di probabilità della loro concretizzazione e le possibili conseguenze per l’azienda, e definire mirate misure d’intervento, salvo poi verificarne il grado di efficacia.
Possiamo a questo punto, in base ai risultati di diverse ricerche, evidenziare alcune domande che costituiscono altrettanti, a mio giudizio, spunti di riflessione:
Rispetto a quest’ultima domanda si possono evidenziare, a mio giudizio, i seguenti aspetti:
Solo agendo in modo integrato sull’insieme di queste diverse dimensioni, si possono creare le premesse per riuscire a valorizzare concretamente i potenziali benefici della digitalizzazione.
Si possono individuare alcune parole chiave in grado di sintetizzare alcune delle tendenze attuali con le quali le aziende si trovano a doversi confrontare:
Migliorare il grado di resilienza vuol dire riuscire a far proprio un approccio adattivo, guidato dalla domanda; per resilienza, infatti, si intende la capacità dell’azienda di resistere e reagire alle difficoltà che possono anche minacciare la sua stessa sopravvivenza. Con riferimento all’area degli acquisti si parla anche di resilienza delle catene di approvvigionamento: in una recente ricerca oltre il 60% delle aziende intervistate ha evidenziato che proprio la resilienza della catena di approvvigionamento è diventato un obiettivo chiave della propria gestione sul quale continuare ad investire.
Migliorare l’agilità vuol dire cercare di accrescere il livello di flessibilità per meglio riuscire a rispondere ai rapidi cambiamenti della domanda e degli scenari in cui l’azienda si trova ad operare; non a caso oggi si sottolinea come la Business Agility sia considerata un presupposto per la stessa competitività dell’azienda. L’agilità rispecchia la rapidità con la quale l’azienda è in grado di adattarsi ai nuovi scenari in cui si trova ad operare quando si verificano determinate criticità. Con riferimento all’area degli acquisti, ciò comporta l’esigenza di rivedere le proprie scelte decisionali in termini di progettazione delle catene di approvvigionamento per garantire un’adeguata continuità nei rifornimenti, di gestione delle scorte.
Migliorare la collaborazione (legata alla disponibilità, alla volontà e alla capacità di collaborare) implica rivedere nell’ottica di una migliore e concreta collaborazione i rapporti sia all’interno della stessa azienda (tra le diverse aree gestionali) e sia all’esterno con particolare riferimento, nel caso dell’area degli acquisti, con i fornitori ritenuti strategici. La collaborazione richiede un cambiamento di mentalità alle parti interessate cercando di condividere obiettivi, strumenti finalizzati a favorire miglioramenti a livello di qualità, innovazione e sostenibilità.
Con riguardo al tema della sostenibilità si possono evidenziare due aspetti: da un lato la ricerca di una migliore sostenibilità aziendale combinazione, come già ricordato, di una sostenibilità ambientale, sociale ed economica e dall’altro, un’evoluzione del rapporto tra ricerca della competitività e della sostenibilità nel senso che oggi sempre più la competitività presuppone un’adeguata attenzione al tema della sostenibilità. In particolare l’area degli acquisti può svolgere un ruolo importante nel plasmare l’impronta sostenibile di un’azienda attraverso decisioni di acquisto che risultino eco-compatibili e socialmente responsabili.
Con riferimento al tema della professionalità, se alcune recenti ricerche hanno inteso analizzare le figure professionali che offrono e offriranno nei prossimi scenari futuri migliori possibilità occupazionali, individuando figure che riguardano la gestione e l’analisi dei dati, la sostenibilità ambientale, la trasformazione digitale dell’azienda, nonché proprio l’area degli acquisti, queste figure, sulle quali si concentra e si potrà concentrare l’interesse delle aziende, quali competenze professionali devono o dovranno possedere?
Per affrontare il tema dei fabbisogni di professionalità si può partire, a mio giudizio, dalla sempre più diffusa convinzione che le figure professionali che saranno più richieste nel prossimo futuro saranno sempre più caratterizzate da un lato dal possesso di adeguate conoscenze digitali, legate al percorso di transizione digitale che interessa le aziende e, dall’altro, dall’attenzione al tema della sostenibilità aziendale. Ciò in considerazione del fatto che proprio l’ecosostenibilità e la digitalizzazione rappresentano fattori importanti nella trasformazione del mercato del lavoro.
Appare in ogni caso oggi importante che chi opera in un’azienda riesca a possedere quel mix di conoscenze, capacità tecniche e capacità personali necessario per migliorare il proprio contributo nel processo di creazione di valore e di miglioramento delle performances aziendali.
In un contesto dove l’incertezza appare sempre più una regola, si rileva da alcune ricerche come, in particolare, l’area degli acquisti debba essere interessata, in primo luogo, da un cambiamento che richiede la capacità di riuscire ad interpretare l’impatto potenziale dell’evoluzione dei mercati di fornitura sulle performance della propria azienda. A tal riguardo il procurement ha e avrà sempre più bisogno di disporre e di interpretare quanti più dati e informazioni possibili su tutte le variabili che possono incidere nel perseguimento dei propri obiettivi.
In secondo luogo, oggi diverse ricerche confermano il fatto che una visione moderna degli approvvigionamenti richiede e richiederà un rafforzamento delle capacità e delle conoscenze possedute, per gestire al meglio le relazioni con i fornitori, per identificare i possibili rischi, per riuscire ad affrontare le sfide che vengono e verranno ad interessare il mondo degli acquisti.
Occuparsi di acquisti, del resto, non vuol dire solo acquistare beni e servizi. ma sempre più generare molteplici opportunità di creazione di valore aggiunto per l’azienda.
Ogni figura professionale deve essere consapevole di cosa l’azienda si aspetta da essa in termini di competenze attese (profilo atteso), rispetto a quelle oggi possedute e in termini di capacità di riuscire a colmare l’eventuale gap.
In tale contesto si incontrano poi le seguenti domande:
Riguardo la prima domanda il World Economic Forum ha rilevato la crescente importanza, nel percorso di trasformazione digitale delle aziende, delle digital soft skills (le cosiddette soft skills 4.0) che vengono e verranno a caratterizzare le diverse figure professionali, comprese quelle con responsabilità direttive, in un percorso di cambiamento che interessa la performance individuale come contributo al miglioramento delle performances aziendali.
Con riferimento, invece, alla seconda domanda si può rilevare, per le persone interessate, l’obiettivo, oltre che di possedere adeguate conoscenze informatico-digitali, di far proprie specifiche digital soft skill quali ad esempio:
Sul piano degli aspetti attitudinali e comportamentali si parla, altresì, tra gli altri, di:
In un mercato del lavoro che sta cambiando velocemente, come conseguenza dei mutamenti che interessano il modo stesso di lavorare, le competenze professionali in ogni ambito di attività sono destinate ad evolversi.
In tale contesto emerge il ruolo della formazione, una formazione continua che accompagna ogni figura professionale in tutta la sua vita lavorativa. Ogni soggetto interessato deve definire e gestire un proprio percorso personalizzato che lo accompagnerà nella sua crescita personale e professionale.
In particolare, l’evoluzione che ha interessato e continua ad interessare l’area del procurement richiede professionalità adeguatamente formate, con una formazione che affronta le diverse sfaccettature delle attività svolte, apportando un adeguato bagaglio di conoscenze, capacità e approcci metodologici, in linea con le esigenze attuali e prospettiche.
Per rendere attivo il percorso di crescita delle competenze risulta necessario sia fornire alle figure interessate conoscenze e capacità da migliorare continuamene nel tempo, ma anche supportare le figure interessate nell’applicare le conoscenze e le capacità acquisite, nella consapevolezza che solo mediante la loro applicazione le conoscenze acquisite durante l’intervento formativo si possono trasformare in miglioramenti delle performance.
In conclusione, si può richiamare un obiettivo sui quale, a mio giudizio, concentrare l’attenzione, cioè una continua e corretta valutazione dei risultati raggiunti dagli interventi formativi realizzati, nell’ottica di una loro adeguata qualità, sia in fase di progettazione che di erogazione, affinchè possano effettivamente contribuire al miglioramento delle performance professionali e aziendali.
Articolo a cura di Marco Giannini
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