Dopo 30 anni di dirigenza aziendale, ho avuto il piacere di avviare una mia esperienza imprenditoriale, presto arricchita dall’ingresso di tre figli.
Dopo oltre 20 anni sono ancora affascinato da questa esperienza che giudico molto positiva, ma che è stata costellata di vari ostacoli: quelli classici dell’impresa familiare.
Da qui l’idea di questo articolo che vuole evidenziare i tanti vantaggi che offre la presenza di familiari nella stessa azienda, ma anche gli ostacoli e potenziali rischi che si presentano.
L’azienda familiare rappresenta il vero substrato economico del nostro paese, sia per numero di realtà che per snellezza, vivacità e intraprendenza.
I fattori che ne determinano il successo sono quasi sempre legati alla creatività del pioniere in grado di far decollare la propria idea imprenditoriale e assicurarne il successo, quantomeno nelle fasi iniziali di start up.
Quello che sorprende è lo sbilanciamento tra l’alta motivazione e assunzione di rischio del pioniere, nella sua fase di mattatore isolato, e le competenze necessarie per il decollo di impresa.
Il primo rischio è che l’imprenditore tende, inconsapevolmente, a costruire un’azienda atipica a propria immagine e somiglianza, giocandosi le proprie competenze vincenti. Nel mio caso vantavo una lunga esperienza commerciale di successo e davo per scontato che fosse facile trasmetterla ad altri. In realtà non avevo costruito un processo commerciale efficace replicabile da altri; giocavo questo ruolo, come tanti imprenditori, con la convinzione e motivazione di chi propone la propria azienda.
Il secondo problema è pensare che il mondo intorno condivida le stesse emozioni positive del pioniere, senza tener conto che questa persona ha beneficiato di una scintilla creativa – nota come idea di impresa – le ha dato forma e sostanza progettando la fase di start up e con orgoglio ha vissuto i primi passi della nuova impresa. Questo percorso ha generato un livello motivazionale senza precedenti. Non ha creato un’impresa, ha acquisito un nuovo figlio. Gli risulta difficile capire che questo miracolo motivazionale, che lo porta a raddoppiare il tempo lavorativo e a non distinguere i giorni feriali dai festivi, non trovi poi automatica corrispondenza negli altri, figli compresi.
Mi ricordo i commenti di uno dei miei figli: “Se fossero bravi, intraprendenti e motivati come tu vorresti, perché mai dovrebbero lavorare per te? Si metterebbero in proprio!”
Queste debolezze non sono traumatiche finché l’azienda mantiene il proprio status quo, sia dimensionale che strategico. I veri ostacoli nascono quando l’azienda deve affrontare dei cambiamenti importanti, che possono essere rappresentati:
In questi casi imprenditore e azienda escono dalla propria area di comfort per avventurarsi in acque tempestose, dove si parla di sviluppo di una cultura manageriale, di progettazione, di analisi dei processi, di gestione per obiettivi, di Business plan, di marginalità.
Perché questo cambiamento è pericoloso?
L’evidenza di quanto scritto è che nel primo cambiamento generazionale si perde il 60% delle aziende, che sale all’80% in terza generazione.
Abbiamo esaminato le ombre dell’impresa familiare, è il momento di prendere coscienza del bagliore di luci che possono e devono dare forza all’impresa familiare.
Desidero completare questo articolo con 6 perle di saggezza sull’impresa familiare:
Articolo a cura di Cesare Sansavini
Tratto da una nuova pubblicazione che uscirà nell’anno in corso
Un tempo il compito di traghettare l'azienda verso il futuro tramite lo sviluppo di nuove…
Negli ultimi mesi causa il lento e inesorabile declino della redditività nella stipula delle Polizze…
Attiva da più di 30 anni e oggi parte del gruppo internazionale Zucchetti, Cybertec è…
Il focus sulla formazione professionale in Europa Nello spirito di favorire gli investimenti destinati a…
Nel complesso e volatile panorama aziendale odierno, le pratiche tradizionali delle supply chains non sono…
I dati sono chiari. L'Intelligenza Emotiva (EQ) è un fattore chiave di differenziazione per i…