Passare da B2C e B2B a E2H (l’ecosistema verso l’umanità)
L’ecologia entra nelle aziende non solo come aspetto imprescindibile per le politiche di sostenibilità, ma anche perché può diventare un modello vero e proprio di intendere l’economia del prossimo futuro. Vediamo di cosa si tratta.
L’ ecosistema, come noto, è l’unità funzionale fondamentale in ecologia, cioè l’insieme degli organismi viventi e delle sostanze non viventi con le quali i primi stabiliscono uno scambio di materiali e di energia, in un’area delimitata, come ad esempio un lago, un bosco, ecc.
In questo ambito, funziona regolarmente la catena alimentare, cioè gli organismi dipendono uno dall’altro per il nutrimento in un modo equilibrato (la cosiddetta “piramide alimentare”). Potremmo dire che ogni organismo sottostà a una forma di concorrenza naturale.
Un ecosistema aziendale è collettivo e competitivo allo stesso tempo
Questo principio può essere anche applicato agli ecosistemi aziendali in quanto le diverse organizzazioni lavorano oltre i confini del loro specifico settore per fornire ciò di cui i clienti hanno bisogno, creando un valore che va al di là di quanto ogni singola azienda da sola potrebbe produrre.
In altri termini, un ecosistema aziendale è allo stesso tempo collaborativo e competitivo. Le aziende che trascurano o giudicano sbagliati gli ecosistemi potrebbero andare incontro a seri rischi. Coinvolgendo anche la sopravvivenza dello stesso mondo a cui appartengono.
Il motivo è molto semplice: gli ecosistemi offrono la soluzione migliore (forse l’unica) per affrontare sfide complesse e di vasta portata come, ad esempio, il cambiamento climatico.
Gli ecosistemi aziendali: una nuova prospettiva
L’idea è che qualcosa di nuovo dovrà accadere nelle aziende se vorranno affrontare il futuro con successo. E l’idea di ecosistema sembra quella più adatta a prevalere in futuro.
Se fino ad oggi una azienda pensava di produrre per i suoi clienti o per altre aziende, in futuro la mentalità dovrà cambiare completamente: le aziende dovranno produrre pensando all’ecosistema nella sua interezza, cioè tenendo conto dell’economia globale, intesa come un insieme di industrie e settori e in una visione focalizzata sui reali bisogni umani.
E2H, cioè Ecosystem-to-Human
Gli studiosi pensano che entro il 2030 cambierà la visione industriale tradizionale. Ma perché questo succeda è necessario un deciso cambio di paradigma, passando da B2B/B2C a Ecosystem-to-Human (E2H).
Anche il focus sulla creazione di valore, che stabilisce perché il valore viene creato e per chi in base allo scopo di un’azienda, evidentemente è destinato a cambiare. Il focus di un business B2B/B2C tradizionale è quello di soddisfare le esigenze funzionali di un cliente business (B2B) o del consumatore finale (B2C). In genere sono esigenze limitate, specifiche e basate sulle diverse funzionalità.
Un’azienda B2B/B2C tradizionale si considera una singola entità, è egoriferita e i suoi leader si pongono questa domanda “Come posso creare il massimo valore?” e “Come posso ottimizzare l’attività dell’azienda?”. Quindi, l’efficienza all’interno dell’organizzazione (ad esempio, le economie di scala) viene perseguita attraverso l’auto-ottimizzazione.
Come possiamo creare il massimo valore tutti insieme?
Ecosystem-to-Human (E2H) richiede al contrario due cambiamenti all’interno delle aziende tradizionali. Quando un’azienda si muove verso la prospettiva H(uman), vengono affrontati i bisogni umani effettivi, molto più ampi, guidati dallo stesso cliente e che si inseriscono nel contesto dello spirito del tempo vigente (ad esempio, migliorare la qualità di vita sul pianeta, risolvere i problemi generali in termini di maggiore benessere ambientale, sociale, economico, ecc.). L’economia circolare può essere una prima risposta a queste esigenze.
Cogliere il potenziale degli ecosistemi però richiederà nuovi modi di lavorare e pensare. Un modo utile per immaginare come potrà essere il futuro è superare i modelli B2C e B2B, e arrivare all’E2H: l’ecosistema per gli umani. Quindi le aziende dovranno passare a una visione più collettiva in cui la domanda che i leader dovranno porsi sarà: “Come possiamo creare il massimo valore tutti insieme?”
E2H: cambiano anche i rapporti con i clienti
Di conseguenza, anche il rapporto con i clienti dovrà cambiare radicalmente. Non saranno tanto importanti i prodotti e i servizi che l’azienda potrà vendere ai clienti, quanto riuscire a capire ciò che i clienti vogliono e di cui hanno realmente bisogno.
Scoprire, affrontare e soddisfare i bisogni umani fondamentali è l’obiettivo finale degli ecosistemi. Una prospettiva radicale e incentrata sul cliente non solo è già attuata per la maggior parte delle aziende B2C, ma nell’era dell’ecosistema sarà assolutamente necessaria per la sopravvivenza di ogni azienda. Le organizzazioni B2B devono anche capire che il rapporto con i consumatori non sarà più indiretto.
Ampliare lo sguardo dall’azienda al sistema nel suo complesso
Il pensiero strategico E2H, infatti, significa guardare l’intero quadro nell’insieme. Quando un’azienda passa da B(usiness) a E(cosystem), si trasforma in un’identità collettiva. E le domande alle quali si deve dare una risposta cambiano, cioè dovranno essere: “Come possiamo creare il massimo valore insieme? E come possiamo ottimizzare il nostro ecosistema?”
Il nuovo focus sull’ottimizzazione dell’intero sistema è più complesso ma offre maggiori guadagni di efficienza rispetto all’auto-ottimizzazione (“il potere dei molti prevale sul potere dei singoli”) ma la sua complessità può essere gestita con la digitalizzazione.
Richiede non solo di guardare alla produzione o alla generazione di servizi dell’azienda, ma anche di avere un approccio olistico di gestione dei partner su come integrare tutte le aree di business all’interno dell’intero ecosistema e dei suoi attori. L’azienda non è più sola, ma insieme ad altri persegue un obiettivo comune.
Il futuro sarà dell’ecosistema?
Alla fine, E2H è più efficiente nella creazione di valore e più efficace nel risolvere problemi rilevanti con soluzioni necessarie per l’umanità. Crea un posizionamento forte che consente una redditività sia competitiva sia sostenibile attraverso un’ampia gamma di effetti positivi: una migliore reputazione, un employer branding più forte per attrarre i migliori talenti, migliori valutazioni del mercato azionario e un profitto di impresa più stabile, solo per citarne alcuni.
Questo è il motivo per cui molte aziende stanno iniziando a pensare a E2H, cioè entrare nell’era dell’ecosistema da una posizione di forza. Non sarà facile, ci vorrà tempo e soprattutto un profondo cambio di paradigma, che comporta una prospettiva di lungo termine, ma potrebbe non essere una soluzione utopica.
I responsabili delle aziende più sensibili a questi problemi, se non l’hanno già fatto, dovrebbero esaminare il panorama alla ricerca di potenziali partner con capacità complementari, nel proprio territorio e oltre, e iniziare a creare fiducia con quegli stessi partner, perché abbastanza presto, agire da soli potrebbe non essere più sufficiente per competere con successo.
Per saperne di più su questi temi, potrà essere interessante analizzare il sito della società tedesca Ecosystemizer (https://www.ecosystemizer.com/) il cui obiettivo è proprio quello di spiegare e visualizzare la visione del mondo dell’ecosistema per ogni azienda, con la convinzione che il potere degli ecosistemi che si evolvono attorno ai bisogni umani possa stimolare il dialogo, consentire l’analisi e rendere possibile la progettazione di un ecosistema soddisfacente per tutti i soggetti coinvolti.
Interessante su questo tema è anche un recente articolo pubblicato su pWc: https://strategybusiness.pwc.com/business-ecosystems-better-together/p/1
Alla fine, occorre non dimenticarsi della affermazione di George Bernard Shaw che sosteneva: Il progresso è impossibile senza cambiamento; e chi non può cambiare idea non può cambiare nulla.
Articolo a cura di Ugo Perugini
Ugo Perugini. Giornalista, blogger, collaboratore di “Vendere di più”- https://www.venderedipiu.it/, “Az Franchising” - https://azfranchising.com/az-franchising-magazine/ -, DM&C - http://www.dmcmagazine.it ; HR on line - www.aidp.it/riviste/indice-hronline.php. In passato, ha collaborato con “Beesness”- www.beesness.it ; Together HR, blog di Sky Lab http://www.togetherhr.com/bloghr-blog-risorse-umane/- “Senza Filtro” https://www.informazionesenzafiltro.it e altre pubbllicazioni
Il blog che cura è https://capoversonewleader.wordpress.com/