La disciplina del Project Management è strategica per le organizzazioni; è l’elemento grazie al quale queste ultime possono migliorare le proprie performance e raggiungere i propri obiettivi strategici. Purtroppo non tutti ne sono consapevoli. I motivi non verranno qui trattati: sarebbe troppo complesso; ci limiteremo a dare dei suggerimenti per consentire, alle organizzazioni che vorranno intraprendere questo cambiamento, di indirizzare meglio i propri sforzi.
Se mi dovessero chiedere qual è lo standard di Project Management che meglio potrebbe consentire alle organizzazioni di avere successo? La risposta sarebbe: non lo so. Non c’è, infatti, una soluzione univoca, una soluzione che possa adattarsi ad ogni circostanza. La risposta può essere trovata solo con la conoscenza della propria organizzazione, del proprio business, delle risorse e del mondo della gestione progetti.
Perché utilizziamo il termine mondo? Perché ci sono organizzazioni e organismi che hanno dettato norme, standard e metodologie a livello nazionale e internazionale e ognuna di esse può dare spunti di riflessione che possono arricchire le organizzazioni e aiutarle nel gestire meglio le proprie attività. Concentriamoci allora su questo aspetto.
Quali sono queste norme, standard e metodologie e chi le gestisce? In che modo possono esserci utili? Partiamo dalla seconda domanda. Fondamentale è la conoscenza non di un unico approccio al Project Management (norme, standard e metodologie) ma di un orizzonte molto più vasto, perché solamente attraverso la conoscenza di differenti modalità di gestione si ha la possibilità di cogliere elementi caratteristici, presenti solo in alcuni, che potrebbero arricchire la strategia e consentire di raggiungere risultati di maggior rilievo con un uso più efficace delle risorse. Non esiste una modalità di gestione dei progetti “migliore”, esistono tante modalità che contribuiscono a un modello, il proprio, quello che meglio si integra nella realtà della propria organizzazione.
Per definire la nostra soluzione dovremo lavorare unendo alcuni elementi: la tipologia di progetti, il business dell’organizzazione, le risorse, il contesto culturale, la governance dell’organizzazione e la conoscenza della gestione dei progetti. Vorrei soffermarmi su quest’ultimo elemento: è imperativo che le organizzazioni non sposino un unico modello ma abbiano una conoscenza molto più diffusa così da poter valutare e cogliere alcuni elementi che possano andare a definire il loro personale approccio, partendo da una formazione diffusa in Project Management, prerequisito per una strategia di successo. Altrettanto strategica è la creazione di una cultura di Project Management che possa abbracciare tutta l’organizzazione, poiché tutte le persone, a tutti i livelli, sono coinvolte nella gestione dei progetti. Solamente attraverso la definizione di strumenti, regole e organizzazione, le aziende saranno in grado di rispondere sempre meglio alle sollecitazioni del mercato. Ricordiamoci che le grandi rivoluzioni, in un contesto di organizzazione, non si fanno dal basso ma dall’alto: per questo motivo si deve investire anche nella formazione dei vertici cosicché sappiano come affrontare e gestire il cambiamento.
Ritorniamo ora alla prima domanda, definendo cosa sono le norme, gli standard e le metodologie, prima di addentrarci nella loro elencazione e descrizione.
– Norma: fornisce linee guida riportando una descrizione ad alto livello dei concetti e dei processi che si considerano costituire “buone pratiche”;
– Standard: modello-tipo al quale ci si uniforma, ci si adegua, o che viene preso come termine di riferimento;
– Metodologia: definisce una serie di processi e di documenti finalizzati a garantire il presidio delle fasi di un progetto all’interno di un’organizzazione.
Partiamo ora a esplorare il mondo complesso delle conoscenze del Project Management.
Parliamo di norme definite dall’ISO (International Organization for Standardization). Dal 2009, l’ISO ha iniziato a definire una serie di norme per la gestione dei progetti partendo dalla 21500, quale capostipite. A onor del vero, era già partita qualche anno prima, con la definizione della norma sulla qualità nei progetti, a cui, però, non fece seguito nessun altro sviluppo. Qui possiamo trovare l’elenco delle norme relative alla gestione dei progetti o ad essi collegate:
È giusto citare anche la norma definita dall’UNI (Ente Italiano di Normazione) a seguito della legge n. 4 del 2013 in cui potevano essere riconosciute, dallo Stato italiano, delle professioni che non facessero parte di ordini. In tale contesto è stata prodotta la UNI 11648 (Attività professionali non regolamentate – Project manager – Definizione dei requisiti di conoscenza, abilità e competenza), mediante la quale gli istituti di certificazione hanno la possibilità di certificare i Project Manager che rispondono a determinate caratteristiche. Questa norma si basa, per il corpo delle conoscenze, sulla ISO 21500.
Quelli maggiormente diffusi in Italia e, di conseguenza, quelli su cui ci soffermeremo sono stati definiti dal PMI (Project Management Institute) e dall’IPMA (International Project Management Association).
Come metodologia degna di nota, nel contesto europeo, ha sicuramente un posto d’onore il PRINCE2.
Da notare che i tre organismi citati – PMI, IPMA e OGC – hanno definito degli schemi di certificazione per la certificazione dei Project Manager a differenti livelli. Anche in merito alla norma ISO 21500 e la collegata UNI 11648, in Italia, c’è la possibilità di certificare le persone.
Articolo a cura di Antonio Bassi
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