PwC Italia: largo ai giovani!

La torre progettata da Daniel Liebeskind che, insieme agli altri due grattacieli, caratterizza il nuovo Business District di CityLife a Milano è quella che ospita PwC Italia, oramai conosciuta come Torre PwC.

E’ soprannominata il Curvo per via della sua forma. Alta 175 metri, concepita come parte di una sfera ideale che avvolge l’intera piazza, è ispirata alla Pietà Rondanini di Michelangelo e, in alto, ha una “Corona”, che presenta un ampio spazio vetrato ispirato alle cupole rinascimentali italiane.

Un’opera architettonica che è anche un simbolo che si addice ai valori che sottendono l’organizzazione che la ospita, attenta e sensibile alle integrazioni tecnologiche, ai nuovi modelli di lavoro, alla sostenibilità, alla qualità dell’ambiente di lavoro e della vita delle persone.

PwC Italia è un’organizzazione con oltre 7.000 professionisti in Italia che lavorano da 24 uffici, oltre 327.000 in tutto il mondo, che offrono servizi di revisione, di consulenza strategica, legale e fiscale alle imprese, fornendo risposte a problematiche complesse, riuscendo ad abbinare la conoscenza dei mercati locali ad un’organizzazione di respiro globale.

L’attenzione ai giovani

Quello che più colpisce nell’avvicinarsi a PwC è la favorevole impressione di trovarsi davvero davanti a una realtà organizzativa giovane e che, soprattutto, si impegna a valorizzare i giovani, come dimostrano alcuni dati che riportiamo qui di seguito.

L’età media dei cinque livelli di management in ambito dirigenziale che compongono il board di PwC è di 42 anni, mentre l’età media dei quadri scende a 34 anni. Altri dati significativi: il dirigente più giovane ha 31 anni e il quadro più giovane 26.

Quanto sopra in netto contrasto con quanto avviene nella maggioranza delle imprese italiane. Basti un dato recente diffuso da UnionCamere, che conferma che l’età media del personale dirigente nelle imprese italiane si situa attorno ai 59/60 anni.

In una società in continua evoluzione, una organizzazione come PwC, oltre a creare valore per i clienti, le persone, la comunità e l’ambiente, deve incoraggiare una cultura inclusiva e dare spazio ai giovani e, quindi, a punti di vista sempre nuovi, per costruire un futuro all’altezza delle attese e nel rispetto dei valori che la contraddistinguono.

I giovani hanno bisogno di essere coinvolti in progetti ambiziosi per realizzare il loro potenziale, e fare emergere rapidamente la loro capacità di leadership, in modo creativo e dinamico e attraverso un approccio che comprende diverse competenze e una metodologia di lavoro agile.

Per approfondire queste positive premesse, abbiamo voluto porre alcune domande a Fabiano Quadrelli, Advisory Transformation Leader di PwC Italia.

La leadership in PwC

Cosa si intende per leadership? Qual è l’idea di organizzazione del futuro (policentrica, lean organization, ecc.)? Che tipo di struttura gerarchica credete sia ancora possibile?

Non ritengo esista uno stile di leadership vincente. Ognuno di noi, attraverso i propri comportamenti, esprime il proprio modo d’essere e di essere guida per gli altri. E’ nostra ambizione permettere ai nostri professionisti di confrontarsi apertamente, agire per creare un clima di confronto e di dibattito che possa stimolare azioni e soluzioni efficaci, per le persone e per il business. Promuoviamo un’idea di leadership trasparente, che condivide in modo chiaro la propria strategia e la direzione da seguire, che riconosce e celebra i successi raggiunti insieme e che ispira e motiva al raggiungimento di nuovi traguardi. Lasciamo spazio ai più giovani di crescere, di assumersi sempre nuove responsabilità e, in questo, cerchiamo di dar loro il buon esempio, offrendo spunti di riflessione e momenti di confronto che l’aiutino ad intraprendere la strada giusta anche in situazioni sfidanti e complesse. I tempi stanno cambiando e i modelli organizzativi devono stare al passo di un mondo in continua e completa trasformazione. La trasformazione porta verso strutture gerarchiche più agili e più diffuse per far si di cogliere più velocemente i cambiamenti in corso e dare vita ad una visione più aperta a tutti gli elementi che possono influenzare una organizzazione.

Uno dei valori di PwC è: “reimmaginare i limiti del possibile”

Qual è il purpose (il senso, la finalità) dell’organizzazione e come trasmetterlo ai giovani in possesso di lauree STEM perché diventino sempre più responsabili e meno embedded?

La nostra purpose è “To build trust in society and solve important problems.” Essere professionisti di PwC vuol dire costruire un solido rapporto di fiducia con i clienti e trovare le soluzioni più idonee, e non preconfezionate, che soddisfino le loro necessità.

Un ruolo chiave nella trasmissione di questo mindset è giocato dal nostro sistema valoriale. Questo infatti, mettendo al centro la persona e il senso di responsabilità verso ogni azione intrapresa, ci aiuta a sensibilizzare anche i più giovani al rispetto di alcuni principi per noi solidi e imprescindibili, quali la trasparenza, l’integrità e il sapersi prendere cura dei colleghi e dei clienti. Parliamo quindi di un processo di responsabilizzazione che riguarda non solo le azioni che ognuno di noi mette in pratica nel presente ma che, in generale, pensiamo possano essere strategiche per lo sviluppo futuro della Firm. Infatti, ognuno di noi è chiamato a reimmaginare i limiti del possibile – per citare uno dei nostri valori – e questo implica quindi far propria una forma mentis responsabile e strategica, in grado di sintetizzare e semplificare concetti e scenari complessi. In tal senso riteniamo che l’approccio derivante dallo studio di discipline STEM coniughi perfettamente la capacità di astrazione alla resa applicativa, concreta, di soluzioni audaci e “visionarie” richieste dall’era di sviluppo e di innovazione tecnologico – digitale che stiamo vivendo.

L’importanza di creare uno spirito creativo e critico

Trovo particolarmente importante e utile l’accenno agli aspetti umanistici per aiutare i giovani a formarsi uno spirito critico e creativo. In che modo ciò avviene? Che spazio hanno le soft skills, intese come competenze trasversali?

Le soft skills giocano un ruolo fondamentale nella performance delle nostre persone, poiché indirizzano il loro modo di interfacciarsi a tutti i livelli all’interno e all’esterno dell’organizzazione.

In PwC, infatti, è il valore aggiunto che offre ogni persona ad essere valutato. Per questo motivo nel nostro PwC Professional Framework – strumento previsto dal nostro Performance Management per la valutazione delle performance – quattro delle cinque dimensioni previste afferiscono ad aree attitudinali e comportamentali. Saper creare relazioni autentiche basate sul rispetto reciproco e saper favorire lo sviluppo di un approccio positivo e collaborativo al lavoro sono delle qualità indispensabili, da valorizzare e promuovere. Lavoriamo ogni giorno per creare, insieme ai colleghi, un ambiente aperto al confronto, multiculturale e interdisciplinare in cui ognuno sa di poter fare la differenza. Non sono sufficienti le oramai indispensabili conoscenze tecnologiche, ma occorre indirizzare il nostro focus anche a tutte quelle competenze che possano indirizzare processi che interessano ogni aspetto della società, da quelli culturali a quelli sociali. A tale scopo continuiamo a dare valore a tutti i percorsi di crescita a contenuto umanistico, perché insegnano ai ragazzi ad analizzare il contesto con uno spirito critico in grado di cogliere le prospettive di sviluppo provenienti dalla messa in discussione dello status quo. Il mindset creativo e critico di questi profili viene ulteriormente incoraggiato e valorizzato da percorsi upskilling e di formazione che promuoviamo con convinzione ed entusiasmo e grazie ai quali è possibile contaminare le capacità comunicative e di analisi con competenze digitali. Questi anni particolarmente complessi hanno evidenziato quanto sia importante che le persone investano in competenze innovative e tecnologiche, ma per avere successo in questa nuova era e per creare valore ci sarà bisogno di una combinazione diversa: un mix di competenze digitali, socio-emozionali, creative e capacità di lavorare insieme che possano rafforzare la collaborazione a tutti i livelli.

Profilo Autore

Ugo Perugini. Giornalista, blogger, collaboratore di “Vendere di più”- https://www.venderedipiu.it/, “Az Franchising” - https://azfranchising.com/az-franchising-magazine/ -, DM&C - http://www.dmcmagazine.it ; HR on line - www.aidp.it/riviste/indice-hronline.php. In passato, ha collaborato con “Beesness”- www.beesness.it ; Together HR, blog di Sky Lab http://www.togetherhr.com/bloghr-blog-risorse-umane/- “Senza Filtro” https://www.informazionesenzafiltro.it e altre pubbllicazioni
Il blog che cura è https://capoversonewleader.wordpress.com/

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