Sfide e opportunità in tempi di cambiamento
L’interessante tema che affronteremo oggi insieme è quello delle sfide e delle opportunità che i leader sono chiamati ad affrontare e cogliere.
Sì, perché essere leader non è affatto un compito di tutto riposo, ma di confronto e di sfida continua con il nuovo, con sé stessi e gli altri.
Ricordate il film “Il mondo sulle spalle” dove Beppe Fiorello veste i panni di Marco, tecnico specializzato a cui è appena nato un figlio con problemi cardiaci, che improvvisamente si trova senza lavoro perché la finanziaria che detiene la proprietà dell’azienda decide di chiuderla, benché in attivo?
Nonostante i problemi familiari e di lavoro, Marco decide di non arrendersi e convince i suoi colleghi a investire i loro risparmi per rilevare l’azienda: così, da semplice tecnico, si trova a guidarne il rilancio. Da quel momento inizia per lui una sfida continua, con la famiglia, i colleghi, i clienti, i fornitori, le banche, la concorrenza e con problemi sempre più grandi e complessi da affrontare.
Ma le sfide più difficili le ha dovute affrontare con sé stesso, con le sue inesperienze, con l’esigenza di fare scelte dolorose e difficili, che lo hanno messo di fronte ai suoi valori, ai suoi doveri e alle sue paure di sbagliare e di perdere tutto, perché tutto era in gioco.
A quali risorse nascoste ha dovuto attingere Marco per fare tutto questo? Come è stato capace di creare una squadra fortemente coesa e disposta a dare tutto pur di raggiungere l’obiettivo?
Sicuramente lo ha aiutato e sostenuto il suo “faro interiore” fatto di valori, principi e responsabilità sostenuti da una visione e un proposito importante, come quello di lottare per dare un futuro dignitoso ai suoi compagni, alla sua famiglia e potersi sentire degno come uomo.
Come nel film, oggi tutti noi viviamo un grande momento di cambiamento e di difficoltà che ci richiede di affrontare situazioni imprevedibili e completamente nuove e di confrontarci con i nostri limiti, le nostre paure, incertezze e debolezze.
Un momento che chiede in particolare a tutti coloro che svolgono un ruolo di responsabilità, di mettere in campo nuove competenze e capacità e di saper agire modelli di leadership più adeguati alle nuove esigenze.
Secondo Frederich Laloux, ricercatore ed ex consulente McKinsey: “In un mondo sempre più complesso, dove anche i piani fatti con maggiore accuratezza sono destinati a diventare presto obsoleti, il management dovrebbe adottare un nuovo approccio fondato sull’ascolto continuo dell’ecosistema-azienda e su un perpetuo adattarsi e rispondere agli stimoli che ne emergono. Occorre quindi cambiare prospettiva, attuare modelli organizzativi più flessibili e collaborativi, capaci di favorire l’autonomia e la responsabilità dei singoli e di creare ambienti di lavoro in grado di liberare la creatività e il pensiero critico delle persone”.
Se pensiamo a come noi, come leader, agiamo nei momenti di crisi, ci accorgiamo che spesso cediamo alla tentazione di accentrare, di rafforzare il controllo e di porci al centro di tutte le attività. Ciò di cui abbiamo invece bisogno, secondo Laloux, è esattamente l’opposto perché, per collaborare efficacemente in tempi di crisi, servono un’intesa comune, fiducia e feedback e la capacità di agire comportamenti nuovi e più funzionali – e non di essere un super-eroe.
Steve Jobs, in un’intervista, raccontava come venisse gestita la leadership in Apple, azienda riconosciuta in tutto il mondo come innovativa e di successo, evidenziando la capacità di:
- attivare a tutti i livelli la collaborazione delle persone e generare un eccezionale lavoro di squadra;
- porre grande attenzione alla comunicazione interna, con incontri settimanali per parlare di tutto ciò che doveva essere fatto;
- fare emergere le idee più promettenti e riuscire così ad attrarre (e trattenere) le risorse migliori;
- creare un clima di fiducia dove tutti possono dare il loro contributo ed esprimere anche il loro disaccordo senza essere giudicati.
Quali sono, quindi, le competenze che anche secondo Steve Jobs occorre sviluppare per affrontare le difficoltà che ci attendono?
- Aumentare la consapevolezza di sé per aumentare le performance dei team;
- promuovere la sicurezza psicologica delle persone e la fiducia reciproca;
- connettere le parti del sistema, incoraggiando il confronto, la collaborazione e la mobilitazione di un’azione coordinata verso un obiettivo comune e condiviso;
- adottare l’umiltà intellettuale, dimostrandosi aperti e desiderosi di conoscere punti di vista diversi, favorendo il dialogo interno;
- sviluppare una leadership collettiva in grado di favorire la responsabilizzazione delle persone;
- essere onesti, coerenti e trasparenti senza edulcorare o nascondere la verità;
- accelerare la crescita, la riqualificazione delle persone e l’apprendimento come stile di vita;
- creare un ambiente sicuro che permette di riparare velocemente gli errori invece che evitarli e punirli;
- infine, saper chiedere aiuto e supporto nei momenti di difficoltà.
Non si possono però affrontare questi cambiamenti in modo efficace se prima – come leader – non cogliamo l’opportunità di fermarci a riflettere, per chiederci:
Che senso hanno per noi il nostro lavoro e il nostro essere leader e quale è il proposito più alto che ci guida?
A quale progetto personale e sociale siamo chiamati a contribuire?
Che impronta vogliamo lasciare con il nostro lavoro e impegno?
Che senso ha tutto ciò per noi come persone?
Perché solo se si ha il coraggio di iniziare questo importante viaggio alla scoperta di sé diventa possibile mettere le basi per essere un vero leader, capace di essere, anche – e soprattutto – in momenti di grande turbolenza, un faro per sé e per gli altri.
Articolo a cura di Maria Terlizzi
Corporate e Business Coach certificata, con una lunga esperienza in ambito bancario e una grande passione per i processi evolutivi, la comunicazione, il potenziamento delle competenze e di tutto ciò che favorisce lo sviluppo del business attraverso l’emersione e valorizzazione del potenziale inespresso delle persone.