Il valore del coaching per l’azienda

L’ambiente organizzativo di oggi è sfidato da radicali e repentine trasformazioni del mercato, sempre più competitivo. Necessita per questo di professionalità in grado di interpretare in modo flessibile e competente le nuove sfide della complessità, dettate dalla continua evoluzione del contesto socio-economico.

Spesso una risposta molto efficace a queste istanze, generate dalla complessità, si è rivelata essere il coaching, proprio perché si tratta di un metodo profondamente trasformativo, in un tempo abbastanza limitato e che offre l’evidenza di successi tangibili per le aziende. “Trasformativo” vuol dire che genera un cambiamento e, dunque, in questo senso, promuove un diverso equilibrio, che può definirsi una piccola “rivoluzione”, rispetto all’assetto precedente, climatico e culturale, dell’azienda.

Anche Zygmunt Bauman ci dice: “Se oggi si può ancora parlare di «rivoluzioni» lo si può fare solo a posteriori – quando, guardando indietro, ci rendiamo conto che si sono accumulati tanti cambiamenti piccoli e apparentemente insignificanti, ma sufficienti a produrre una trasformazione qualitativa, e non solo incrementale, della condizione umana”.

figura 1

 

Cosa produce?

Il coaching è, infatti, un percorso relativamente breve ma intenso, finalizzato a:

  • Aumentare la consapevolezza di sè
  • Rendere più efficaci le prestazioni professionali (incremento delle competenze)
  • Accrescere l’autostima, per padroneggiare criticità e relazioni in modo positivo e propositivo
  • Offrire un’esperienza concreta e realistica di crescita e di cambiamento
  • Realizzare piani di sviluppo e/o orientamento personale

Quando è più funzionale?

Di seguito, riporto alcune tipologie di situazioni in cui avvalersi di un processo di coaching può risultare vincente.

  • Ristrutturazioni aziendali che, inevitabilmente, rischiano di penalizzare persone relativamente giovani professionalmente che, spesso, si trovano a dover ricominciare da capo.
    La rivoluzione che si può creare, a fronte di una o più ristrutturazioni, non è solo legata al riassetto delle funzioni, delle gerarchie e al “cambio della guardia” di manager in posizione chiave, ma anche alle relazioni, professionali e umane, intercorrenti tra le persone. Il coaching può aiutare nella rilettura delle dinamiche relazionali, per aumentare la comprensione, la gestione e ripulire da inutili reattività molti contatti di esse, per “arrivare ad una fluidità dove tutto è più sereno” (Del Pianto, 2009, pag. 73).
  • Situazioni di mercato in “stallo” e, quindi, relativamente sfavorevoli, che rischiano di indurre preoccupazione e demotivazione nelle persone.
    Ai tempi d’oggi può accadere, con una certa frequenza, che il business, estremamente competitivo fino a ieri, subisca una fase di fermo che impone, a livello strategico, un ripensamento e un’innovazione dei propri prodotti/servizi.Questo comporta, per chi opera all’interno di un’azienda, sconcerto e instabilità, come vissuti prevalenti. Se l’azienda è abbastanza oculata e sensibile all’investimento sulle risorse umane che vi operano, a questo punto, può decidere di commissionare un coach, che può aiutare a non subire il contesto, agendo comportamenti automatici e paradossali. Un percorso di coaching, infatti, può permettere alle persone di guardare con “nuovi occhi” questa realtà, imparando a leggerla, come un’opportunità di riflessione su di sé, di riconoscimento dei propri schemi e della propria comfort-zone. Ciò consente di attuare la scelta consapevole di indirizzare la propria proattività verso obiettivi costruttivi ed efficaci, per sé e per gli altri.
  • Persone giovani nel ruolo, con elevate potenzialità (High Potential), che l’azienda vuole orientare, fortificare, per poi valorizzarle.
    In aziende con un discreto turn-over, accade abbastanza frequentemente che la scelta di ricoprire dei ruoli “chiave”, sia pure di intermedia responsabilità nell’ambito dell’organigramma, cada su persone giovani e piene di talento, che non hanno, però, una grande esperienza di vita aziendale.In questo caso, il coaching può trasformarsi in un viatico molto efficace, perché accompagna le persone in un percorso, che dura alcuni mesi, in cui hanno la possibilità di sperimentarsi, allenarsi, riflettere insieme al coach, imparando ad utilizzare chiavi di lettura nuove rispetto agli accadimenti e alle dinamiche che vivono, nel quotidiano del loro ambito professionale e di vita.
  • Manager che, avendo vissuto indirettamente un percorso di coaching, si rendono loro stessi consapevoli delle proprie criticità (Business Coaching Awareness).
    Talvolta, può accadere che gli stessi manager, che avevano commissionato un coaching per i propri collaboratori, si candidino per viverne l’esperienza a loro volta. In questo caso, i risultati possono rivelarsi eccellenti, perché diventa quasi un intervento sistemico, perlomeno a livello di uno specifico settore aziendale.
  • Persone nuove nel ruolo che l’azienda vuole inserire, più efficacemente, nel contesto organizzativo.
    Nelle grandi aziende è abbastanza facile che si rinnovino dei ruoli o che se ne creino altri, che prima non c’erano. Le risorse individuate per ricoprirli, all’inizio, possono trovarsi spaesate, con la responsabilità di apprendere nuove competenze, soprattutto relazionali, che, nel ruolo precedente, non erano necessarie.

In questi casi, il coaching può supportare efficacemente le persone, aiutandole ad acquisire nuovi strumenti e chiavi di lettura che permettono l’attivazione di nuove competenze.

Perché attuarlo?

Le funzioni che assolve un percorso di coaching per un’azienda possono essere molteplici:

  • Veicolare un messaggio strategico di grande attenzione alle persone.
    L’azienda che decide di commissionare un percorso di coaching compie un investimento, sia in termini di sviluppo per le persone, sia in termini economici. Per questo un’azienda che decide di proporre un percorso di business coaching, executive coaching o team/ group coaching, si fa portavoce di un messaggio di grande attenzione riservato alle persone che in quell’azienda lavorano e che ogni giorno sono impegnate ad interpretare correttamente un ruolo che gli è stato assegnato.
  • Incrementare motivazione e empowerment.
    Le persone che in un’azienda iniziano un percorso di business coaching comprendono ben presto l’opportunità di evoluzione individuale che il percorso comporta. Questo si traduce, inevitabilmente, nella voglia sempre crescente di ricevere chiavi di lettura e strumenti per conoscere meglio se stessi e se stessi in relazione a colleghi, capi e/o collaboratori.
  • Consentire relazioni interpersonali produttive.
    Le persone impegnate in un percorso di coaching, si attivano, sia pure a livelli diversi e assumono l’impegno di comprendere e utilizzare chiavi di lettura del proprio comportamento e di quello altrui. In questo modo diventano più consapevoli del loro modo di entrare in relazione con l’altro e dei meccanismi che mettono in atto in maniera “automatica”. Questa consapevolezza, permette loro di uscire dall’automatismo della re-azione all’altro, che li tiene costretti in una dipendenza, per entrare in una re-L-azione, diventando indipendenti (vedi Figura 2). Il risultato è, dunque, quello di vivere le relazioni professionali e personali quotidiane, come se fossero delle opportunità e non degli ostacoli, riuscendo così ad incrementare lo sviluppo di relazioni interpersonali produttive.

    figura 2
  • Migliorare la comprensione di Sé e del contesto
    Una persona che, grazie ad un percorso di sviluppo personale, quale il coaching, riesce a gestire meglio se stesso all’interno delle relazioni, aumenta la consapevolezza dei propri punti di forza e delle proprie aree di miglioramento.“Se mi tolgo dalla rigidità dei miei punti di vista, amplio il mio spettro visivo esattamente come se usassi una lente di ingrandimento o un cannocchiale. Vedo molte più cose, sento molte più cose, mi incuriosisco di molte più cose e imparo a leggere quello che mi riguarda. Imparo a fare la stessa operazione di lettura anche sul contesto che mi circonda e questo permette una maggior comprensione non solo di sé ma anche di se stessi all’interno del mondo aziendale in cui si è inseriti” (Del Pianto, 2009, pag. 64).

 

Bibliografia

Del Pianto, E. (2009) Coaching e Team Coaching, Milano: Franco Angeli

Del Pianto, E. (2017) La potenza del coaching, Milano: Franco Angeli

 

A cura di: Emanuela Del Pianto

Profilo Autore

Emanuela Del Pianto, Psicologa del Lavoro e delle Organizzazioni, coach, supervisore nel coaching e consulente freelance per tutti i temi relativi alla gestione e sviluppo delle risorse umane.

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