Digital Transformation e Industria 4.0: le imprese italiane alla sfida dell’innovazione

L’espressione “Trasformazione Digitale”, tra le più decantate nell’ultimo biennio, indica un processo organico e collettivo che vede coinvolti imprese, cittadini, mondo della ricerca e pubbliche amministrazioni.
Non solo: nella sua accezione più ottimistica, implica una straordinaria opportunità – in termini di competitività ed efficienza – per le realtà produttive.

Ma per le imprese cosa significa, concretamente, abbracciare la trasformazione digitale ed entrare nell’ottica 4.0?

Significa dotarsi di nuove tecnologie e saperne fare buon uso; significa imparare a riconoscere e reclutare nuovi talenti, senza dimenticare formazione e aggiornamento del personale già presente; significa essere pronti a modificare radicalmente le proprie gerarchie, strategie e strutture, nonché la propria vision aziendale.

Al riguardo Abel Sanchez, Direttore Esecutivo del Laboratory for Manufacturing and Productivity al MIT di Boston, ha affermato in una recente intervista che “la realtà si sta evolvendo molto più rapidamente dei nostri cicli decisionali; muoversi con lentezza vuol dire diventare irrilevanti in una prospettiva di leadership (traduzione nostra). Se questo è vero, e a giudicare dai dati di Unioncamere elaborati in base al test di autovalutazione Selfi4.0 effettuato online dalle imprese tra il 2018 e il 2019 su www.puntoimpresadigitale.camcom.it, va rilevato come nonostante molte eccezioni virtuose esista un significativo ritardo delle imprese italiane – particolarmente nel sud del Paese – nell’abbracciare processi innovativi che consentano loro di conservare (e innalzare) la competitività sul mercato globale.

Su Leadership&Management Magazine seguiamo da tempo la tematica nelle sue molteplici accezioni, dando ampio spazio ai contributi di professionisti che osservano i processi organizzativi dalla prospettiva privilegiata della propria quotidianità lavorativa.
Tra i molti se ne è occupato Alvaro Busetti, partendo dal fare chiarezza sulle definizioni in campo (Industria 4.0 vs. Impresa 4.0) per poi approfondire ulteriori aspetti negli articoli Trasformazione Digitale e Processi Produttivi e TrasformazioneDigitale e Risorse Umane; sempre sullo human factor si è concentrato Angelo Deiana, con il suo Leadership e Competenze per il Mondo 4.0. Luciano Manelli, invece, ha approfondito il tema sul fronte P.A. (L’impatto dei sistemi informativi nella Pubblica Amministrazione, L’evoluzione dei Servizi della Pubblica Amministrazione Digitale alla luce del nuovo CAD) e la centralità dell’educazione all’innovazione (L’evoluzione della formazione superiore nei fondamenti dell’informatica).

E ancora ne hanno scritto Mario Cardoni con il contributo Piano Impresa 4.0 – trasformazione del lavoro, formazione, occupazione e crescita; Luciana d’Ambrosio Marri che ha evidenziato, con l’articolo Conflitti e mondo del lavoro 4.0, come i cambiamenti in atto facciano emergere nuove occasioni di contrasto nei luoghi di lavoro determinando la conseguente necessità di gestirle; Stefano Tonchia (Quale organizzazione aziendale per l’Industria 4.0?), Pierluigi Zappaterra (L’applicazione della digitalizzazione erobotizzazione industriale: modalità e problematiche da affrontare).

L’ampiezza e la varietà delle angolazioni scelte dagli Autori testimoniano l’attualità e la ricchezza del tema, che resterà sicuramente meritevole di osservazione e analisi nei tempi a venire.

A cura della Redazione

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