Innovazione in azienda: quando è il coaching ad aprire la strada al futuro
Un tempo il compito di traghettare l’azienda verso il futuro tramite lo sviluppo di nuove idee e soluzioni era delegato esclusivamente al dipartimento di Ricerca e Sviluppo. In passato chi si occupava di R&D aveva sostanzialmente il compito di mettere sul tavolo tante idee e di valutarne la bontà andando per tentativi. Questo approccio richiede ovviamente molto tempo, un lusso che non sempre ci si può permettere, soprattutto se si pensa alla velocità alla quale viaggia l’innovazione. Oggi le necessità sono tante e diverse e l’intensità di innovazione richiesta dalle aziende è molto maggiore rispetto al passato. La risposta a questa esigenza arriva dai programmi di corporate intrapreneurship, ossia iniziative che mirano alla moltiplicazione degli sforzi di innovazione all’interno di un’azienda puntando sul coinvolgimento attivo dei dipendenti.
Nell’ottica dello sviluppo di progetti innovativi, i dipendenti sono, infatti, degli interlocutori privilegiati perché, innanzitutto, conoscono a fondo sia i bisogni reali dei clienti sia le fragilità dell’offerta. Inoltre, sono risorse esclusive dell’azienda con un punto di osservazione privilegiato: hanno contatti diretti con i clienti e conoscono più da vicino le loro esigenze o, più semplicemente, nel corso della loro attività quotidiana, hanno intercettato potenziali nuovi mercati da esplorare. L’unico problema, se così possiamo definirlo, è che i dipendenti non nascono innovatori di professione: ricoprono altri ruoli e svolgono altri lavori e, pertanto, non hanno il tempo materiale per dedicarsi al 100% allo sviluppo di progetti d’innovazione. Ed è qui che entra in gioco la corporate intrapreneurship, che risolve questa impasse coinvolgendo i dipendenti, senza tuttavia sottrarli completamente alle loro funzioni.
Attraverso programmi dedicati di corporate intrapreneurship si creano dei gruppi di lavoro estremamente diversificati e si affida loro il compito di sviluppare delle idee innovative lavorando su un tema specifico per un periodo di tempo limitato e ben definito. Generalmente questi programmi occupano il 20% del tempo di ciascun dipendente e i gruppi di lavoro sono composti mediamente da cinque o sei dipendenti a progetto. Quindi, non solo ci si avvale del 20% del tempo di tante persone, ma si riesce a beneficiare della diversità di esperienze e punti di vista che questi gruppi eterogenei possono apportare allo sviluppo del progetto. La corporate intrapreneurship rappresenta così una delle modalità più diffuse di open innovation che non attinge a risorse esterne all’azienda, ma punta tutto sulle risorse interne.
Dal coaching all’innovation coaching: come rendere davvero efficaci i progetti di corporate intrapreneurship
Ogni dipendente che partecipa a programmi specifici di corporate intrapreneurship porta nel progetto la propria esperienza professionale e i propri automatismi operativi che, per essere efficaci nel nuovo contesto, devono necessariamente subire qualche modifica. Questo cambiamento nel comportamento dei singoli dipendenti è indispensabile affinchè l’intero progetto produca dei risultati tangibili. Ed è proprio per accompagnare e sostenere questo cambiamento nel migliore dei modi che vengono avviati dei percorsi strutturati di innovation coaching, all’interno dei quali vengono inquadrati i programmi di corporate intrapreneurship.
Attraverso la modalità del coaching, che non va confuso con la formazione tradizionale o con il mentorship, i dipendenti parte dei team di innovazione vengono guidati da coach esperti a prendere coscienza delle proprie capacità di innovatori. Il punto di forza di questo tipo particolare di coaching è che il consulente-coach non indica mai la risposta o la soluzione. Al contrario, attraverso un metodo strutturato, aiuta il team a ragionare, trovare da solo le risposte corrette e individuare la cosa giusta da fare in maniera del tutto autonoma.
Un innovatore che passa attraverso un percorso di innovation coaching diventa innovatore per sempre: ciò significa che è in grado di prendere decisioni indipendenti non solo su come gestire il progetto di innovazione in corso, ma qualsiasi progetto di innovazione futuro perché grazie al supporto di coach e percorsi mirati viene accompagnato nell’acquisizione di un metodo di gestione dell’innovazione che, di fatto, aumenta in maniera dirompente le capacità di innovare del singolo. Pertanto, in questo contesto, i consulenti-coach sono una sorta di “allenatori” degli innovatori di oggi, ma soprattutto di domani ed è proprio qui che risiede la potenza dell’innovation coaching, ossia nell’autonomia di innovazione che ogni dipendente-coachee interiorizza alla fine del percorso.
I programmi di innovation coaching hanno una durata media di 4-6 mesi e il loro contributo è particolarmente significativo perché non coinvolgono la leadership, ma operano a livello trasversale, rivolgendosi a tutto il team di innovazione insieme con la rete di mentor, innovation expert, sponsor, nonché con i diversi portatori di interesse nei confronti del progetto stesso. Per queste ragioni il suo impatto è particolarmente elevato e soprattutto distribuito nel medio-lungo periodo. E poiché questo approccio spinge alla realizzazione di un cambiamento concreto del comportamento, i progetti di corporate intrapreneurship portati avanti con l’ausilio di specifici percorsi di innovation coaching sono estremamente interessanti per i dipartimenti HR, in quanto contribuiscono di fatto nel portare un reale cambio culturale all’interno dell’azienda.
Perché prendere parte ai programmi di innovazione
La prima motivazione che spinge le persone a prendere parte ai programmi di corporate intrapreneurship sotto la guida di innovation coach esperti è la volontà e l’orgoglio di poter contribuire attivamente al futuro della propria azienda, seguita dalla curiosità di imparare cose nuove, cimentarsi in un ambito diverso dal proprio, lavorare in team interdisciplinari e entrare in contatto con nuovi colleghi con i quali potersi scambiare esperienze e conoscenze. In sostanza, sperimentare un nuovo ruolo, ma in un contesto assolutamente controllato e senza quel rischio da “salto nel vuoto” che arriva nel momento in cui si lascia il posto di lavoro nella propria azienda per dedicarsi a nuovi progetti innovativi esterni dagli esiti imprevedibili.
Questi programmi contribuiscono in generale ad aumentare la qualità dell’esperienza lavorativa e la mobilità interna, divenendo a tutti gli effetti degli straordinari incentivi alla retention dei dipendenti a disposizione dell’azienda. Difatti, per chi riesce a cogliere tutte le opportunità di questi programmi, si aprono delle finestre di possibilità uniche e si innescano dei meccanismi di dinamicità e di sviluppo delle carriere davvero interessanti. Le persone, infatti, acquisiscono tante esperienze e competenze grazie allo scambio continuo con gli altri membri del team di innovazione che si ritrovano nella posizione di poter scegliere di cambiare ruolo, perseguendo sì i propri obiettivi professionali preesistenti (e talvolta latenti), ma contribuendo al tempo stesso al futuro e alla crescita della propria azienda.
A cura di Irene Cassarino
founder di The Doers