Il punto di vista del Finance: il vero valore delle scorte

Le scorte rappresentano un bene spesso sfruttato male, ma ricco di liquidità. La maggior parte delle aziende spesso manca di una logica avanzata di ottimizzazione e analisi dei dati che permetta alla supply chain di operare in modo più efficiente e generare contante.

Se il tuo lavoro (o quello del tuo capo) è valutato in termini del ROIC (Return on Invested Capital) o con una metrica simile, allora dovresti essere interessato a trasformare i beni in liquidità. Sia che il messaggio provenga dal CFO o dagli investitori, in entrambi i casi parliamo di fatto della stessa cosa: rendere disponibile denaro contante. E l’ottimizzazione delle scorte offre un metodo garantito per farlo.

Le scorte rappresentano un bene spesso sfruttato male, ma ricco di liquidità. La maggior parte delle aziende dispone di un sistema di gestione della supply chain, di gestione delle scorte dalla produzione alla distribuzione. Ma quasi sempre tali sistemi si concentrano sulle transazioni: controllano gli eventi, e forniscono visibilità. Spesso però mancano di una logica avanzata di ottimizzazione e analisi dei dati che permetta alla supply chain di operare in modo più efficiente e generare liquidità.

Questo anello mancante può costare molto. I dirigenti di Home Depot, il più grande distributore di prodotti per la casa negli Stati Uniti, e il secondo più grande distributore in generale negli Stati Uniti (preceduto solo da Wal-Mart), in occasione di un incontro con gli analisti, hanno dichiarato che un decimo di miglioramento nella rotazione delle scorte ha generato liquidità per 200 milioni di dollari.

Naturalmente, sono necessarie le scorte. Le scorte sono quello che produci, quello che vendi. Se le riduci troppo e non hai quello che i clienti vogliono, quando e dove lo vogliono, puoi perdere la vendita. I clienti dispongono di un ampio ventaglio di scelta e sono meno legati che mai al prodotto e alla marca. In linea generale, se il tuo prodotto non è disponibile, il 50% delle volte ne acquisteranno un altro, e questo si riflette in una perdita di margine lordo: denaro che non entra.

Ecco dove entra in gioco l’ottimizzazione delle scorte. Bilancia le scorte con il livello di servizio al cliente per calcolare il mix ottimale su cui investire, perché le scorte sono come qualsiasi investimento: richiedono il giusto equilibrio tra rischio e rendimento. I rischi sono quello di congelare capitale in scorte esagerate o quello di perdere guadagni in caso di stock out. Il rendimento è dato dalla possibilità di convertire rapidamente le risorse in denaro liquido.

L’ottimizzazione delle scorte calcola i livelli di scorte e di servizio in maniera automatica e dinamica allo scopo di soddisfare gli obiettivi di business su base continuativa, e guidare la supply chain in maniera opportuna. Consente di identificare il giusto equilibrio tra scorte aggregate e livello di servizio, specifico per la tua azienda, e anche di differenziarlo in termini di prodotti, clienti, intervalli di tempo e aree geografiche.

L’ottimizzazione delle scorte usa strumenti logici e di analisi avanzati per modellare e comprendere la domanda futura prevista. Dietro le quinte, milioni di SKU sono modellati statisticamente rispetto a variabili come volumi, tempi di consegna e dimensioni dei lotti per individuare il livello di scorte e il tasso di riapprovvigionamento giusti per ogni prodotto in ogni punto della catena distributiva.

Tiene conto della domanda giornaliera, della volatilità del riapprovvigionamento e del comportamento casuale lungo la supply chain, dall’assemblaggio dei prodotti finiti al consumatore finale o allo scaffale del negozio. Può anche gestire variabili difficili come promozioni, lancio di nuovi prodotti, sostituzioni, durata e scadenza, stagionalità, tutte fondamentali in un mercato caratterizzato dalla proliferazione di prodotti con cicli di vita sempre più brevi.

Una correzione, non un cambiamento

Un software per l’ottimizzazione delle scorte si integra con le soluzioni gestionali presenti in azienda, e le migliora fornendo una nuova logica operativa. È un’operazione analoga all’installazione di un termostato o di un sistema di controllo a una infrastruttura già esistente. Questo significa che l’ottimizzazione delle scorte permette un ritorno rapido, dell’ordine di pochi mesi, in termini di riduzione dell’immobilizzo di capitale e recupero di liquidità.

È possibile misurare il ritorno dell’investimento (la nuova liquidità) in due modi: come quantità di denaro liberato dalla riduzione delle scorte, o come denaro generato dalla riduzione delle vendite perse.

Serve denaro – capitale – per produrre o acquistare scorte. E questo denaro è immobilizzato, non è utilizzabile dall’azienda. Si definisce “capitale circolante”, e non è disponibile per altri impieghi. Dal momento che molte aziende ricorrono a strumenti di finanziamento per supportare le proprie esigenze a breve termine, questo rappresenta un vero e proprio “costo”.

Quindi, ogni euro in termini di riduzione delle scorte, si traduce in un euro di riduzione in termini del capitale circolante, e quindi in un euro in più in termini di “flusso di cassa”, un parametro fondamentale per analisti finanziari e investitori.

Il miglioramento di profitto potenziale, in un anno, derivante dalla riduzione delle vendite perse si può calcolare come:

Formula Cash

Tutto questo si traduce in un migliore impiego del capitale e un aumentato cash flow, basato su miglioramenti significativi e sostenibili dell’efficienza operativa. In conclusione, se nonostante i cospicui investimenti nei sistemi aziendali, non riesci a bilanciare in maniera efficiente scorte e livello di servizio, allora è il momento di scegliere un sistema per l’ottimizzazione delle scorte.

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